È Imperia la città italiana con il clima migliore che si aggiudica il primo posto della classifica dell’edizione 2024 dell’Indice climatico, il progetto sviluppato da iLMeteo.it e dal Corriere della Sera. Obiettivo dell’Indice, fotografare il benessere climatico del nostro Paese grazie alla raccolta e all’analisi di 380 milioni di dati meteo relativi a 108 città italiane capoluogo di provincia.
La classifica. Imperia, dunque, torna in vetta dopo due anni, e si avvale della spinta data dalla Riviera di ponente. Ma la vera sorpresa di questa terza edizione dell’indice è la seconda posizione di Biella. La città piemontese, che negli anni scorsi era stata penalizzata dalla forte siccità, nel 2023 ha sfruttato la posizione collinare per mitigare sia le notti tropicali, cioè quelle in cui la temperatura minima non scende mai sotto i 20 gradi, sia l’indice di calore (il combinato tra temperatura, umidità, vento e radiazione solare), due parametri negativi che invece affliggono le località della pianura padana. Terza posizione per Agrigento, staccate le altre città guidate da Cuneo e Macerata. La città marchigiana scende di quattro piazze rispetto al primo posto del 2022, colpa del maggior numero di “giorni di pioggia” registrati nell’anno 2023 che l’hanno penalizzata in classifica, ma resta comunque nel novero delle località italiane dove il clima è più piacevole. Male le città maggiori: Milano (77ma) perde due posizioni, Roma (93ma) scala di 50 posti, Napoli passa dal 19mo al 79mo posto, Palermo da 32 a 46, Venezia da 13 a 35, Bari da 5 a 53. Migliorano solo Torino da 86 a 51 e Bologna da 94 a 44. Tra le sorprese negative del 2023 c’è Firenze, penultima nella classifica assoluta, perdendo una trentina di posizioni rispetto all’anno scorso. È la peggiore per il caldo estremo, i giorni con temperatura massima che oltrepassa i 35 gradi. Peggio di Firenze nella classifica assoluta c’è solo Terni. Le città di pianura delle regioni centrali sono molto penalizzate dal combinato di alte temperature estive unite all’umidità.
“Anche quest’anno, dall’analisi dei dati, emerge che il Riscaldamento Globale incide in modo prepotente anche sul nostro indice di vivibilità climatica: tutte le città di pianura risentono del caldo in forte aumento nel XXI secolo e perdono molte posizioni. Si vive decisamente meglio in collina e in montagna, o lungo le coste mitigate dalla brezza marina: tra pochi anni sarà diffuso il motto ‘vado a vivere in campagna, meglio se in collina o in montagna” dice Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it
Il database. Come per le edizioni precedenti, le condizioni climatiche delle città sono indagate attraverso specifici indicatori climatici che vanno dai giorni di pioggia alle notti tropicali, dalla siccità alle raffiche di vento. Quest’anno, però, ai 14 del 2023 si aggiungono 3 nuovi indicatori studiati per valutare e analizzare in modo ancora più approfondito il cambiamento climatico: eventi estremi, caldo estremo e giorni di gelo. Non solo gli ultimi anni però, l’indice rappresenta uno dei più completi database climatici disponibili online, al suo interno infatti sono raccolti tutti i dati meteo dal 2000 ad oggi, 24 anni di monitoraggio meteo ora per ora, giorno per giorno. Gli utenti che accederanno all’indice dal sito de il Corriere della Sera o da quello de iLMeteo.it, potranno stilare le classifiche secondo le varie categorie che lo compongono, analizzare i dati città per città e fare confronti anno su anno e fra i capoluoghi.
Il cambiamento climatico. L’indice è uno strumento prezioso per indagare in che modo il clima stia cambiando e per fare informazione e sensibilizzare su questo tema “L’Italia, e il Mediterraneo in generale, sono un hotspot climatico dove il riscaldamento globale corre a doppia velocità rispetto al resto del Mondo – conclude Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it – Più caldo sì, ma anche più eventi meteo estremi come siccità, alluvioni e grandinate. Questa ricerca climatica serve proprio a prendere consapevolezza di quello che sta succedendo al clima del nostro Paese, analizzando il passato possiamo capire cosa aspettarci per il futuro”.
Photo credits: Mattia Gussoni.