“I custodi della sorgente. L’avventura dell’acqua Sant’Anna” è il titolo del primo libro con cui l’editore Rubbettino inaugura la nuova collana “La bellezza dell’impresa”. Un titolo di ispirazione salgariana riassume la breve, ma intensa, evoluzione di uno dei casi più emblematici della recente storia imprenditoriale italiana: è l’epopea dell’Acqua Sant’Anna, un marchio e un’azienda nati dal nulla nel 1996 e oggi, ormai da diversi anni, leader nazionale del settore.
Sant’Anna è l’acqua minerale preferita dagli Italiani e l’intento dell’autore Adriano Moraglio – scrittore e giornalista, 12 anni all’Ansa e 18 al Sole 24 Ore – è di portare il lettore, attraverso una simbolica passeggiata su un sentiero di montagna, al fianco dell’imprenditore Alberto Bertone (nella foto), alla sorgente di questo successo, ormai studiato nei corsi di economia delle più prestigiose università italiane. Non si tratta delle classiche monografie d’impresa, ma di un racconto concepito come un vero romanzo, che mescola sapientemente fatti, ricordi ed emozioni, intrecciando le tappe dell’impresa con le vicende più intime, alternando successi del lavoro e momenti di privata felicità a difficoltà, sconfitte lavorative e anche tragedie personali. Perché chi vive l’impresa come un bene per la società tutta non può prescindere dal considerare le strette connessioni che intercorrono tra la propria famiglia di origine e la famiglia che un’impresa è in grado di costruire aggregando persone attorno ad un obiettivo condiviso.
La collana “La bellezza dell’impresa” nasce da un’idea di Adriano Moraglio che, d’intesa con l’editore Rubbettino, specializzato in tematiche economico-sociali, vuole promuovere nella società attraverso storie simboliche ma reali, una cultura favorevole all’imprenditoria, specialmente tra i giovani.
“Occorre affascinare all’impresa – sostiene Moraglio – e non c’è modo più facile per cercare di centrare questo obiettivo che narrare belle storie aziendali. Parliamo di “romanzo d’impresa” o di storia romanzata, perché crediamo che così sia più facile arrivare alla sensibilità del lettore. Il narratore è l’imprenditore stesso, in prima persona, che ripercorre le tappe, le svolte, i fallimenti e le rinascite, i personaggi “nodali” dell’azienda.” Non è un caso che questa idea sia divenuta realtà grazie alla collaborazione con la Casa Editrice Rubbettino, nata anch’essa dall’impegno e dalla caparbietà di un uomo, Rosario Rubbettino, e simbolo dei valori positivi che la piccola e media impresa italiana incarna.
“Da sempre il nostro impegno è di dar voce a classici e autori lontani dal grande circuito, testi che riabilitano la libertà e il mercato. – spiega Florindo Rubbettino – Attraverso i grandi pensatori liberali abbiamo voluto favorire la disputa tra le idee e colmare un vuoto culturale che ha nascosto a lungo i più preziosi contributi degli studiosi che più hanno gettato luce sulle dinamiche della società aperta, sull’economia di mercato, sullo spirito innovativo dell’imprenditore. Crediamo che la società attuale abbia bisogno di romanzi d’impresa, per ricucire quello strappo che talvolta sembra aver irrimediabilmente allontanato i lavoratori dalle aziende, i dipendenti dagli imprenditori. Come le famiglie, le imprese sono nuclei fondamentali della nostra società, motori di sviluppo, non solo economico, ma anche e soprattutto etico.”
I custodi della sorgente” è in vendita in libreria e su www.store.rubbettinoeditore.it
Abstract – I custodi della sorgente
Di fronte a noi c’è un tesoro della natura, che sembra dire: difendimi, custodiscimi, fammi conoscere… «Venite, assaggiate quest’acqua, è di una leggerezza che non vi immaginate». Ci avviciniamo alla cascata in un punto accessibile e affondiamo le mani in una pozza. È buona, è leggerissima… Avevano ragione. Le nostre «guide» sanno il fatto loro, sanno bene che ci hanno messo di fronte a qualcosa di meraviglioso: «Entrate in società con noi, quest’acqua è da valorizzare al massimo. Lo possiamo fare insieme?».
L’acqua che abbiamo assaggiato ci ha conquistato subito e, per di più, il posto è incantevole. L’idea di commercializzarla è tanto buona quanto lo è l’acqua stessa. È passato poco tempo dalla gita a quella cascata e nell’ufficio di papà, lui e il suo amico imprenditore che ha organizzato la spedizione nel vallone dell’Ischiator, si stanno incontrando per discutere dell’affare. «Abbiamo già dei soci milanesi», spiega, «ma c’è spazio anche per voi». «D’accordo, ci avete convinto, siamo pronti a entrare nella società acquisendone delle quote, il trenta per cento» replica mio padre. «Qua la mano», aggiunge, come ha quasi sempre fatto nella sua vita, anche quando si trattava di affari. E ci diamo subito da fare. Alcuni giorni dopo, papà mi convoca nel suo ufficio. Mi spiega tutto ciò che sta succedendo e mi rivela quello che ha pensato: «Alberto, prenditene cura tu…». «Ma papà!». Mi alzo, di scatto, e mi ribello al «film» che mio padre si è fatto. «A me quest’affare proprio non interessa. Ho tutt’altre cose in testa: costruzioni, cantieri…». È quello il lavoro di papà, è quello che mi affascina: voglio che diventi il mestiere della mia vita. Ma, a dispetto di tutte le mie ribellioni, di lì a poco, dove vado a finire? È passato appena un mese da quel colloquio con mio padre che mi trovo a occuparmi di acque minerali, di sorgenti da gestire, di future bottiglie da vendere… e di grane da risolvere!…
Comincia così la storia dell’acqua “Sant’Anna”, l’acqua minerale naturale oggi leader in Italia. E questo è il suo romanzo.