Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo

Si è tenuta a Firenze, presso l´Istituto Geografico Militare, ente dell´Esercito Italiano, la presentazione dell´opera “Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a stampa” degli autori Stefano Bifolco e Fabrizio Ronca. Evento organizzato in collaborazione con la locale sezione del sodalizio Unuci (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d´Italia) e Assocarta, con il supporto di Burgo Group.

L´evento è stato aperto dall´indirizzo di saluto del Generale di Divisione Pietro Tornabene, Comandante Istituto Geografico Militare e del Comandante Niccolò Rosselli Del Turco che, a margine della presentazione, ha donato all´ente cartografico di stato una riproduzione a stampa del planisfero miniato del suo antenato Francesco Rosselli.

“La fama del cartografo fiorentino Rosselli, oltre che ai planisferi e alle carte geografiche, si affida alla celeberrima pianta prospettica di Firenze, detta anche “carta della catena” (mappa allegata) edita in sei fogli intorno al 1480 e purtroppo andata perduta con l´ultima guerra. Si tratta della prima rappresentazione conosciuta di una città – di tutta una città – risultato non di una proiezione fantasiosa, ma di una costruzione che, basata sull´osservazione diretta dal vero, si avvale anche della prospettiva” afferma il Prof. Leonardo Rombai dell´Università di Firenze nella sua presentazione della cartografia fiorentina nell´ambito dell´opera “Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo”. Un´opera monumentale edita da Antiquarius – con il supporto di Assocarta e Burgo Group – che raccoglie, in tre volumi di pregio stampati su carta Burgo Group, le 1280 mappe cartografiche e topografiche e, più di 2500 edizioni descritte nelle loro varianti, realizzate in Italia nel corso del XVI secolo, ovvero l´epoca d´oro della cartografia italiana.

Una pubblicazione, attesa da tempo da studiosi, collezionisti ed appassionati di cartografia antica di tutto il mondo, a cura degli autori Fabrizio Ronca e Stefano Bifolco. “Un fondamentale strumento di lavoro, risultato di una lunghissima e minuziosissima ricerca, che ha richiesto consultazione e comparazione attente di varianti ed edizioni, condotta dagli autori con dedizione tenace e accurata” conclude Rombai.

“Nel corso del XVI” spiega Massimo Medugno DG Assocarta nel presentare l´opera, “l´Italia detenne il primato nella produzione cartografica nel panorama europeo per l´esperienza maturata sia nell´arte della produzione della carta che in quella della stampa. La carta veniva prodotta, come oggi, a partire da una materia prima riciclata ovvero dagli stracci e ciò che distingueva già allora le cartiere per il ruolo svolto nell´economia circolare. Mentre la stampa vedeva la maestria italiana nelle tecniche di incisione. Anche oggi, al tempo di Google Maps e GPS, rimane la bellezza di esporre e contemplare un´opera cartografica di pregio, ma anche la necessità pratica di una mappa in carta per poter girare il mondo e in, particolare per percorrerlo e navigarlo. O più semplicemente per orientarsi in un bosco e in montagna quando si è off line” conclude Massimo Medugno.

Nel XVI secolo si completano infatti le grandi esplorazioni geografiche con la scoperta dell´America, di nuove distese oceaniche e di nuove conoscenze su Africa e Asia, che generarono il bisogno di nuove carte e nuovi sistemi di rappresentazione piana dell´intero globo sferico.

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