Dalle risaie del Piemonte e della Lombardia nascono chicchi pregiati e di alta qualità, perfetti per portare in tavola bontà e tradizione. In particolare, nella linea sono compresi:
Il riso Carnaroli: ha chicchi lunghi e perlati, è coltivato in Italia ed è il più utilizzato per i risotti proprio grazie alla dimensione dei suoi chicchi e all’alta percentuale di amilosio, capace di assicurare un’ottima tenuta in cottura. Oltre ai risotti, è indicato anche per i contorni e le insalate di riso. Il confezionamento è sottovuoto e ogni confezione è contraddistinta da una “carta d’identità” che ne descrive le caratteristiche, i territori di provenienza e le tecniche colturali.
Il riso integrale: anch’esso coltivato in Italia, è ideale per la preparazione di minestroni di verdura e insalate fredde. Alce Nero ci dà alcuni consigli su come cuocere il riso integrale: è possibile cuocerlo tradizionalmente (con acqua leggermente salata per circa 40 minuti) o per assorbimento. Per cuocere ad assorbimento si dovrà far cuocere una porzione di riso in 3 porzioni corrispondenti di acqua (es. 100gr di riso in 3 litri di acqua leggermente salata).
Il riso Nerone integrale, italiano,ha chicchi grandi di colore nero, si mantiene sempre al dente e si abbina perfettamente a ricette a base di pesce. Il colore nero del chicco è naturale, non vi è quindi una colorazione successiva alla raccolta. Il colore nero è dovuto alle sostanze polifenoliche e agli antociani. È una varietà originaria della Cina ed è stato introdotto in Italia negli anni ’90.
La gamma di riso Alce Nero comprende inoltre il riso Arborio, il Baldo e il Rosa Marchetti, e ancora il riso Basmati coltivato in India e certificato Fairtrade.
Alce Nero da sempre si impegna rispetto alla divulgazione e alla trasparenza sui propri metodi di coltivazione e sui propri processi produttivi. Un ulteriore passo verso questo racconto è stato rappresentato dal lancio del progetto Se dici Bio, grazie a cui vengono presentate le principali filiere del marchio attraverso una narrazione inedita e autentica.
L’intervista a Giovanni Dinelli, Professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna che illustra gli aspetti più importanti di questa materia prima.