La Fondazione Accorsi-Ometto prosegue la propria indagine sull’arte del XX secolo con una mostra dedicata al periodo compreso tra il secondo dopoguerra e gli inizi degli anni ’60. Gli anni del boom vedono una forte crescita economica e tecnologica, un rapido sviluppo edilizio e dei trasporti, ma non solo: a Torino nascono la RAI, la 500 e la moda. Inoltre Torino, in campo artistico, abbraccia le tendenze internazionali e diventa uno dei centri propulsivi dell’Informale, la nuova corrente che esprime un linguaggio di libera espressività soggettiva, in contrasto con l’arte del ventennio precedente e con il dibattito tra realismo e astrattismo geometrico del dopoguerra. È così che il capoluogo piemontese emerge come importante centro di arte contemporanea, insieme a Milano, Roma e Venezia. La mostra presenta oltre settanta opere di cinquanta artisti italiani e stranieri, tra cui Carol Rama, Paola Levi Montalcini, Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Alberto Burri, Mario Merz, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Giuseppe Capogrossi, Karel Appel, Emilio Vedova, Sam Francis e Hans Hartung. |