Il lancio del modello R1 di DeepSeek segna una pietra miliare per l’accessibilità all’IA, combinando capacità di ragionamento avanzate con un accesso gratuito e illimitato. La crescita esplosiva della piattaforma è evidente: la sua applicazione mobile ha raggiunto la vetta delle classifiche dell’App Store di iOS a 48 ore dal lancio, indicando tassi di adozione da parte degli utenti senza precedenti.
Se da un lato il modello open-source di DeepSeek rappresenta una svolta nell’implementazione dell’intelligenza artificiale a costi contenuti, dall’altro l’app rivolta ai consumatori introduce sfide sostanziali in termini di privacy e sicurezza per le aziende.
L’aspetto più critico sta nelle pratiche di raccolta dati della piattaforma, che vanno ben oltre i tipici dati di utilizzo. Secondo la politica sulla privacy di DeepSeek, tutte le interazioni dell’utente, compresi i prompt, i file caricati, la cronologia delle chat, gli input vocali, le immagini e persino i modelli di battitura, vengono trasmesse e archiviate su server esterni. Inoltre, DeepSeek si riserva il diritto di esaminare tutti i contenuti inviati dagli utenti.
Questa raccolta completa di dati crea rischi normativi e per la privacy:
- I dati raccolti possono essere utilizzati per l’addestramento dei modelli, creando un rischio diretto di incorporazione di informazioni aziendali sensibili in futuri modelli di intelligenza artificiale.
- I contenuti degli utenti possono essere condivisi con molteplici terze parti, tra cui fornitori di servizi e affiliate aziendali.
- Per le organizzazioni che operano in base a GDPR, HIPAA, CCPA o altre normative regionali sulla privacy, questa struttura di gestione dei dati comporta rischi diretti di conformità e, quindi, potenziali sanzioni.
- La presenza di restrizioni di contenuto e di censura su alcuni argomenti in DeepSeek indica problemi di governance più ampi che possono influire sulle operazioni aziendali.
Il fenomeno DeepSeek dimostra quanto rapidamente un nuovo strumento di intelligenza artificiale possa raggiungere un’adozione estremamente diffusa, esponendo potenzialmente i dati sensibili di un’organizzazione prima che i team di sicurezza possano reagire.
GenAI Protect: protezione in tempo reale per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale
GenAI Protect di Check Point affronta direttamente queste sfide emergenti attraverso il monitoraggio e la protezione in tempo reale. La piattaforma consente alle organizzazioni di:
- Rilevare e prevenire la fuga di dati sensibili prima che si verifichi, attraverso l’analisi in tempo reale delle interazioni con l’intelligenza artificiale.
- Scoprire e valutare automaticamente le nuove applicazioni di IA man mano che vengono adottate all’interno dell’organizzazione.
- Applicare una classificazione basata sull’IA per identificare i dati sensibili all’interno di conversazioni e messaggi in linguaggio naturale.
- Mantenere la conformità ai quadri normativi, consentendo al contempo un uso produttivo degli strumenti di IA.
Poiché le potenti applicazioni di GenAI gratuite come DeepSeek continuano a essere adottate rapidamente, le organizzazioni hanno bisogno di visibilità e controllo immediati sulle loro interazioni con l’IA. GenAI Protect fornisce questa capacità critica, consentendo alle aziende di abbracciare con fiducia l’innovazione dell’IA mantenendo una solida sicurezza sui propri dati sensibili.