Alce Nero olio extra vergine di oliva: un viaggio autentico tra tradizione e biologico

La selezione Alce Nero di olio extra vergine di oliva biologico è prodotta con olive coltivate e trasformate in Italia, nelle terre che cullano radici profonde e sono bagnate da un clima perfetto.

La gamma comprende tre varianti :

Alce Nero Olio Extra Vergine di Oliva Classico: un olio ricco e versatile, ottenuto da olive coltivate solo in Italia. Perfetto per ogni piatto, con una presenza bilanciata di amaro e di piccante ed un aroma fruttato caratteristico.

Alce Nero D.O.P – Terra di Bari Bitonto: un olio prestigioso ottenuto prevalentemente dalle varietà Cima di Bitonto e Coratina, come da disciplinare di produzione. Il suo aroma fruttato medio è arricchito da sensazioni di erbe fresche, con un leggero amaro e piccante. Un autentico gioiello del nostro territorio.

Alce Nero Monocultivar Biancolilla: dal gusto delicato, questo olio è prodotto esclusivamente con olive biologiche di cultivar Biancolilla. I riflessi gialli e il gusto equilibrato lo rendono ideale per le preparazioni più raffinate.  


L’Olio Extra Vergine di Oliva biologico Alce Nero rappresenta la dedizione a pratiche agricole sostenibili. Le olive provengono da aree caratterizzate da inverni miti ed estati calde, e sono coltivate nel rispetto del disciplinare biologico da circa 160 soci olivicoltori del marchio. La raccolta avviene manualmente e con agevolatori meccanici, minimizzando i danni ai frutti. Il processo di produzione inizia al frantoio con l’estrazione a freddo, preservando così la qualità dell’olio extravergine e preservandone i composti antiossidanti naturalmente presenti.

La storia Alce Nero non è solo di prodotti biologici di alta qualità, ma anche di persone appassionate che si prendono cura della terra. Alce Nero ha voluto raccontarlo ai suoi consumatori attraverso il progetto Se dici Bio: un viaggio tra le proprie filiere intrapreso per farci conoscere meglio gli agricoltori, i campi e i processi di produzione. Questo viaggio è riflessivo sulla missione di Alce Nero: testimoniare le storie di chi custodisce la terra, con uno sguardo al futuro.

L’olio nasce da piante che non vedono l’utilizzo di prodotti chimici e fitofarmaci, ne deriva un olio dedicato al nutrimento delle persone: le piante vengono curate, governate, seguite costantemente, “gli uliveti sono dei giardini”. La cultura della produzione italiana, e delle regioni italiane che producono gli oli Alce Nero, è una cultura di cura e di assenza totale di ciò che è chimico.

L’olio extra vergine di oliva: “Non è un condimento, è un alimento, nasce dal connubio di una serie di elementi fondamentali: la cura della pianta, l’irrigazione (nello specifico la quantità di acqua che la pianta riceve), il clima, ma dipende molto anche da chi produce e chi cura le piante; dal momento della raccolta, quindi dall’invaiatura delle olive, e ancora dal tipo di raccolta, che deve evitare che le drupe possano rovinarsi e, infine, ma non ultima per importanza, la produzione in frantoio. L’olio Alce Nero, in più, è anche biologico” – afferma Luana Leo Imperiale – Responsabile del laboratorio di analisi e controllo qualità di Finoliva Global Service s.p.a – società benefit.


Il processo produttivo dell’olio extra vergine di oliva Alce nero nasce con la raccolta delle olive che avviene posizionando grandi reti sotto gli alberi, così da ricoprire l’area su cui cadranno.

Le olive sono raccolte manualmente e con l’ausilio di agevolatori meccanici che, movimentando le fronde, contribuiscono alla caduta dei frutti. Una volta raccolte, entrano nel frantoio all’interno di grandi casse forate alimentari. Dopo essere passate attraverso un defogliatore, una macchina che le pulisce dai residui di foglie e rami, passano poi alla frangitura, dove vengono delicatamente frantumate, in modo da ottenere la cosiddetta pasta: questa è quindi composta da polpa di olive e frammenti di noccioli. In questa fase l’olio è ancora contenuto, sotto forma di piccole gocce, all’interno delle cellule che formano la polpa. La pasta viene quindi trasferita alla gramola, un contenitore orizzontale che, rimescolandola lentamente, determina il cosiddetto fenomeno di coalescenza: le piccole gocce in precedenza separate ora si fondono tra loro; il fenomeno è visibile come un primo affioramento (e quindi separazione) dell’olio in superficie. Trascorso il tempo di gramolazione, la pasta viene separata (sfruttando la forza centrifuga) all’interno del cosiddetto decanter per una prima separazione della parte solida (sansa) dalla parte liquida (olio ed acqua di vegetazione).

La parte liquida viene poi nuovamente passata da un separatore centrifugo verticale che scinde l’olio dall’acqua di vegetazione, sfruttando il loro diverso peso specifico. L’olio, così prodotto, viene conservato all’interno di specifiche cisterne in acciaio inox collocate sotto il livello del suolo, posizionate in un luogo fresco e asciutto, in attesa dell’ultima fase del processo, ovvero la sua filtrazione e, infine, l’imbottigliamento.

La sansa, che è la parte solida, viene infine nuovamente separata dai nocciolini, che, frantumati durante le operazioni di frangitura, sono utilizzati come combustibili alternativi per le stufe a pellet. Parallelamente, anche la sansa denocciolata è riutilizzata per fornire energia sotto forma di biomassa e viene sparsa tra gli ulivi, essendo ricca di composti fenolici.

All’interno del laboratorio analisi è gestito il controllo qualitativo dell’olio: in ottemperanza a quanto stabilito dalla normativa europea in materia di oli di oliva vergini, questo viene valutato mediante la determinazione di specifici parametri chimico-fisici tra i quali acidità, perossidi, spettrofotometria e alla valutazione sensoriale attraverso panel test. Il panel test è condotto da un gruppo di almeno 8 assaggiatori esperti e qualificati, autorizzati dal Ministero all’esecuzione di tale metodica che ha un valore legale nella determinazione della categoria di prodotto (extra vergine, vergine o lampante).

Le bottiglie compiono un percorso su di un nastro trasportatore: in fila, una per una, vengono prima riempite, chiuse ermeticamente ed etichettate. Le bottiglie – scure per schermare la luce ed evitare che il prodotto si danneggi – vengono controllate più volte, mediante un sistema di rilevazione automatizzata e attraverso la supervisione degli operatori. Vengono poi inscatolate, in modo automatizzato e infine pallettizzate.

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